Era finita. Due scheletri sepolti sotto una città morta. Non esisteva tumulo più opportuno per un guerriero dell’Apocalisse e un soldato Malazan. Sembrava una cosa giusta, perfino poetica. Non avrebbe protestato e, in piedi accanto a quel sergente davanti alla Porta di Hood, sarebbe stato fiero della sua compagnia.
Era cambiato profondamente. Non credeva alle cause, non più. La certezza era un’illusione, una menzogna. Il fanatismo era veleno per l’anima, e la compassione la prima vittima sulla sua lista inesorabile, sempre più lunga. Chi poteva parlare di libertà, avendo l’anima in catene?
Pensava, finalmente, di comprendere Toblakai.
E quella grande rivelazione giungeva troppo tardi. Così, muoio da saggio, non da sciocco. C’è qualche differenza? Sempre morire devo.
Eppure c’è. La sento. La differenza: ho gettato via le catene! Le ho gettate via!
Cacciatori di Ossa-Parte prima. Steven Erikson
Steven Erikson ha la capacità di perforare la realtà attraverso il fantastico, affondare nella consapevolezza e mostrare i percorsi che tutti prima o poi arrivano a percorrere, non importa il come, non importa il quando: si arriva sempre a prendere coscienza di certe cose.
E si comincia davvero a vedere la verità.
(dialogo tra Kenshin e Hiro Seijiro, suo maestro)
“La tecnica Mitsurugi non va forse utilizzata per proteggere gli altri proprio in momenti come questi?”
“Stupido, non hai imparato niente. Cosa credi di ottenere andando a sfidare da solo il caos? Mirando a cambiare questo mondo in tempesta finiresti per affiliarti a qualche fazione, ma ciò significherebbe lasciarti sfruttare da un potere. E non è certo per questo che ti ho insegnato la tecnica Mitsurugi. Non badare a quello che accade all’esterno: impegnati negli allenamenti e basta.”
“Ma davanti ai miei occhi io vedo solo gente che soffre, tanta gente implorante dallo sguardo afflitto: come posso ignorarla?”
“Quella di Hiten Mitsurugi è una tecnica di combattimento senza pari, una nave nera calata sulla terraferma.”
“Appunto per questo è ora di usare la sua forza per difendere i deboli oppressi da quest’epoca di guerra, la scuola Mitzorughi esiste…”
“Quella di Mitsurugi è un’arte mortifera e omicida: puoi nasconderla con belle parole, ma è questa la verità. Salvi una persona e ne sventri un’altra, perché uno viva un altro viene ucciso. Questo è il principio dell’arte della spada. Quando ti ho salvato non ho forse sterminato a colpi di spada decine di banditi? Eppure anche loro erano persone; cercavano solo di vivere in questo mondo dissoluto. Fuori da questa montagna ti aspetta solo un infinito spargimento di sangue, dove ognuno dei contendenti crede di essere nel giusto, ma se ti lasci imprigionare da questa logica, la scuola di Mitsurugi farà di te soltanto un massacratore.”
Kenshin, Samurai Vagabondo-Memorie del Passato
Leave a Reply