Racconti delle strade dei mondi
Jonathan Livingston e il Vangelo
Strade Nascoste – Racconti
Inferno e Paradiso (racconto)
Lontano dalla Terra (racconto)
La fine di ogni cosa (racconto)
L’Ultimo Baluardo (racconto)
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By M.T., on Dicembre 30th, 2018%
By M.T., on Dicembre 23rd, 2018% Allomancer Jak and the Pits of Eltania, Episodes Twenty-Eight Through Thirty è una novella di Brandon Sanderson legata al mondo di Mistborn-La legge delle Lande, ma che non ha nulla a che vedere con i protagonisti di questo libro. La storia vede come protagonista l’avventuriero Jak, alla ricerca del Tesoro del Sopravvissuto (chi conosce la prima trilogia di Mistborn, sa che ci si riferisce a Kelsier) custodito dai Koloss, ed è raccontata in prima persona, con note apportate dal suo maggiordomo Handerwym. Jak è uno che le spara grosse, con la sua versione dei fatti che non corrisponde mai alla realtà (con sommo rammarico del suo maggiordomo, che non fa altro che correggere gli strafalcioni che scrive per renderli pubblicabili); nell’avventura narrata, si ritrova imprigionato e privo di metalli, ma questo non basta a fermarlo: grazie alle sue abilità, Jak riesce a uscire dai guai e a raggiungere il suo obiettivo, oltre a salvare la pelle e quella dei suoi compagni.
Allomancer Jak and the Pits of Eltania è un racconto che non si vuole prendere sul serio, con un Sanderson che fa dell’ironia e gioca su un personaggio che non ha nulla di eroico (anche se lui la pensa diversamnete); una storia leggera, ma che non riesce però a divertire davvero perché troppo inverosimile e caricaturale. Non si riesce a provare simpatia per il protagonista, che in alcuni frangenti può ricordare un Don Chisciotte in versione western, anche se non raggiunge il livello del personaggio di Chervantes. Di tutti i lavori di Sanderson, questa è sicuramente quella meno riuscita: si può tranquillamente evitare di leggerla, perché lo scrittore statunitense ha dato il meglio in altre sue novelle (senza andare a scomodare i suoi lavori migliori).
By M.T., on Dicembre 16th, 2018% Khaibit è un romanzo realizzato da Bruno Bacelli, nato da un racconto scritto per partecipare alla selezione per l’antologia Sanctuary.
Ambientato a Milano, vede come protagonista Ivan e il suo particolare e variegato gruppo; un gruppo formato di persone di diverse età con particolari capacità, quali prevedere il futuro, percepire le persone a distanza, leggere l’aura emanata dalle emozioni. Persone all’apparenza comuni, ma isolate ed emarginate da una società malata, che pensa solo a sfruttare ed essere sfruttata; in Maestro Zhou sono riuscite a trovare una guida che li ha aiutati a capire meglio le proprie capacità, ad avere, se si vuole, un proprio posto nel mondo. Il suo assassinio da parte della Setta del Drago pare porre fine tutto ciò ma, il gruppo, anche se non vuole si ritrova coinvolto in qualcosa di grosso.
Ivan, grazie alla sua capacità, vede che nella città circolano sempre più vampiri e zombie, ma quello che lo sconvolge di più è l’aver visto uno spirito spaventoso in chi ha ucciso il maestro. Dopo aver accolto l’anima di Zhou dentro di lui, Ivan comincia a studiare gli appunti di chi per anni lo ha guidato e a cercare di scoprire che cosa sta cercando di fare la Setta del Drago. Aiutato da Sara (ex membra della setta), da Anita, Irina, Camilla e Patrick (i membri restanti del gruppo), acquisisce un maggior controllo delle sue capacità mentre si addentra in una realtà oscura e pericolosa, dove i nemici sono più di quelli che pensa.
Khaibit è un’opera interessante, con il paranormale che è presente nella realtà ma che non lo stravolge come succede in certe opere supereroistiche. O almeno non in apparenza: le vite delle persone che vengono a contatto con il soprannaturale e si fanno colpire da esso diventano smorte, prive di significato. Gli zombi di cui si parla non sono quelli ben conosciuti dei film di Romero, i vampiri non sono quelli in stile Dracula ( e neppure quelli di Twilight): sono esseri umani che hanno perduto del tutto o in parte la propria anima.
I vampiri sono completamente privi di spirito, sacrificato per poter sfuggire alla morte: esso è composto dal Ba, secondo l’antico termine egiziano, la parte spirituale dell’Anima, la personalità consapevole, il pensiero, l’Io, e l’Ombra, la Shewt, o Khaibit (che dà il titolo all’opera), carattere, inconscio, Es. I vampiri non vivono, ma funzionano, e hanno fame della vita degli altri, cibandosi della loro essenza: facendo questo, non uccidono le vittime, ma rendono la loro vita più grigia (questa parte è oltremodo interessante perché ricorda la psicologia dove esiste una tipologia di persone, denominata appunto vampiri, che con il loro modo di fare, prosciugano le energie delle persone che gli stanno accanto).
Gli zombie hanno invece ancora uno straccio d’anima, che hanno venduto ai vampiri per ottenere droghe o altre cose come sesso: sono divenuti esseri rimbecilliti, limitati nella personalità e nei comportamenti, che pensano solo a quello di cui sono diventati dipendenti.
Molto apprezzata la scelta dell’autore di usare in questo modo il soprannaturale per denunciare il degrado. Come lo è la scelta di parlare di spiriti e anime ispirandosi alla religione degli antichi egizi, con una complessa dottrina dove esistevano molteplici aspetti dell’anima.
Buona la caratterizzazione del personaggio principale, il cui punto di vista è usato per narrare tutta la vicenda.
Gli unici punti deboli, a mio avviso, sono l’inizio e una parte della fine. All’inizio i fatti si svolgono un po’ troppo in fretta, con dialoghi già visti e la morte del Maestro Zhou che avviene in maniera troppo repentina: un po’ più di spazio avrebbe giovato alla narrazione. Verso la fine c’è la decisione presa da un personaggio (non quello principale) che non ho trovato appropriato per come aveva agito fino a quel punto: poteva essere trovata una soluzione diversa.
Escluse questa annotazioni, Khaibit è una piacevole lettura d’intrattenimento capace anche di far riflettere.
By M.T., on Dicembre 9th, 2018% The Emperor’s Soul è una delle novelle più famose di Brandon Sanderson. Protagonista della vicenda è Shai, una donna abile nella Riforgiatura, catturata e considerata pericolosa dall’Impero per via delle sue capacità di creare oggetti praticamente uguali a quelli originali: un compito non da poco, perché occorre avere una gran conoscenza dell’originale per poterlo copiare.
Per ottenere la sua libertà, deve fare qualcosa di ancora più difficile: riforgiare l’anima dell’Imperatore dopo che ha subito l’attacco di assassini mandati da una fazione rivale. L’attacco ha causato ferite fisiche che sono state subito curate, ma la sua mente è completamente sparita, dato che chi lo ha curato gli ha dato un cervello nuovo, che però ora è completamente vuoto.
Compito di Shai è riforgiare in poco tempo la sua anima praticamente com’era prima in modo che gli avversari non si accorgano che il loro attentato non è andato a buon fine. Attraverso documenti, diari, chi lo ha conosciuto, Shai deve fare qualcosa di quasi impossibile, da cui dipende la stabilità dell’impero, nonché la salvezza della propria vita.
Shai viene tenuta sempre sotto controllo non solo dalle guardie e dal capitano Zu, ma perché non tenti di fuggire viene chiamato un individuo come lei che con i suoi timbri e il sangue di Shai crea un sigillo che, nel caso lei tentasse di scappare, lo avviserebbe, scagliandole contro i suoi animaletti non morti. Senza contare che riceve costantemente le visite di due dignitari, Frava e Gaotoma, con il secondo che si rivela meno ostile nei suoi confronti.
Brandon Sanderson anche con The Emperor’s Soul riesce a creare un sistema magico davvero interessante con i timbri e le riforgiature legate alla conoscenza di ciò su cui si vuole lavorare. Il mondo è appena abbozzato, con una caratterizzazione dei personaggi buona ma non approfondita.
Una lettura piacevole, ma non certo la migliore novella scritta da Sanderson.
By M.T., on Dicembre 2nd, 2018% In un precedente articolo, ho parlato del cambiamento delle royalties degli ebook su Amazon. Come scrivevo allora, Strade Nascoste, L’Ultimo Potere, L’Ultimo Demone, Jonathan Livingston e il Vangelo, seppur con un prezzo di 1.99 E non rientrano nel modello standard e mantengono le royalties al 60 % perché non sono coinvolti nei libri pubblicati dagli editori indipendenti indicati. Scrivevo anche: c’è questo “per il momento” che non è tanto piacevole e fa presagire che Amazon può decidere quando vuole di cambiare le condizioni.
Ecco, le cose sono cambiate e Amazon ha deciso che con 1.99 E anche i mie e-book riceveranno il 25% delle royalties. Per questo, ho deciso di cambiare il prezzo e portarlo a 2.99 E per mantenere le royalties al 60%, anche se sono consapevole che l’aumento dei prezzi può non piacere a lettori (a nessuno piacciono i rincari) e questo potrà influire sul numero di vendite.
Riporto quello che scrissi mesi fa.
Qualcuno potrebbe obiettare che il 25% è un’ottima percentuale, che tanti autori che pubblicano con le ce tradizionali lo vorrebbero, ma ci sono dei punti che non vengono presi in considerazione. Qui si sta parlando di e-book, non di libri cartacei, quindi non ci sono costi di materiale e di produzione. Inoltre con una ce tradizionale ci sono pure i costi che lei si sobbarca per la distribuzione e la promozione, cosa che un autore autopubblicato non ha e per le quali si deve dare da fare personalmente. Senza contare che se si pubblica con una ce, in teoria si ha anche il servizio di editing (in pratica ci sono ce che questo servizio non lo fanno, ma vogliono avere il testo già editato, con l’autore che deve pagare personalmente un editor).
Guadagnare un quarto di due euro, dopo che si è fatto personalmente tutto il lavoro di stesura, revisione, correzione, realizzazione della copertina e dell’e-book, e ci si sobbarca la promozione, è poco; dato che lo store a parte mettere in vetrina non fa altro, tenersi una fetta così alta di guadagno è troppo.
Come ho già scritto, quella di Amazon è una scelta che non mi è piaciuta, perché uno dei punti di forza per gli autori autopubblicati per vendere è tenere prezzi bassi; 2.99 E rimane ancora un prezzo basso, vista anche la lunghezza delle opere che ho realizzato (si parla di diverse centinaia di pagine), ancora di più confrontandolo con quelle delle ce (spesso costano come minimo il doppio e hanno meno pagine) o con quelle di altri autori autopubblicati, che con lo stesso prezzo vendono opere di poche decine di pagine. Purtroppo però si deve avere a che fare con un mercato dove la gente legge sempre meno e si hanno dei pregiudizi verso le opere autopubblicate (a volte a ragione, ma bisognerebbe valutare caso per caso, non fare di tutta l’erba un fascio).
Ora non mi resta che restare a vedere come andranno le cose e se questo cambiamento piacerà o meno ai lettori.
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Le mie 10 righe dai llibri
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